Cari soci, con grande gioia Vi comunichiamo che in data 21 maggio 2021 S.A.R. il principe Vittorio Emanuele di Savoia ha conferito all’Associazione Amici del Montenegro la medaglia in Oro dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Inoltre al presidente uscente Maria Coculo Satta è stata conferita la Croce in Argento dell’Ordine al Merito di Savoia.

Perché ricordare il “CENTENARIO” della morte di Re Nikola I.
Il lungo percorso dell’Associazione “Amici del Montenegro” O.n.l.u.s. (1989-2021) ha permesso al Sodalizio di conoscere meglio la complessa storia del Montenegro e di molte Autorità che lo hanno governato nel corso dei cento anni che sono seguiti alla morte di Re Nikola I, avvenuta il 1° Marzo 1821 ad Antibes, Francia, dove trascorse in esilio gli ultimi anni della sua vita.
Un Re, Nikola I, divenuto tale non per vanità, ma per condividere con il Popolo le speranze, le fatiche e gli impegni futuri per costruire, nell’unità, un Paese libero e indipendente.
Il cammino di Re Nikola I è stato quello percorso a fianco del suo Paese riversando sulla Comunità montenegrina un amore pari a quello che un padre riversa sui suoi figli; un Re che, per molti aspetti, ha vissuto un’esperienza umana simile a quella del nostro amato Re Vittorio Emanuele III.
Questo è l’aspetto che ha portato l’Associazione “Amici del Montenegro” ad amarLo e a farLo amare, ricordandoLo con opere di carità e con la preghiera.
L’Associazione in questi cinque mesi, sulla base delle delibere del Consiglio Direttivo, ha provveduto:
– al versamento di un piccolo contributo alla Chiesa Ortodossa di Cristo Salvatore, a Sanremo, per la cura del “Cenotafio Montenegrino”;
– alla realizzazione del Calendario commemorativo, con l’intenzione di inviarlo a Soci e Amici con lo scopo di promuovere una piccola raccolta fondi da destinare alle opere benefiche;
– alla restaurazione delle scritte sulle targhe dei busti raffiguranti i Reali, Vittorio Emanuele III ed Elena di Savoia, posti nel giardino antistante la Chiesa Ortodossa di Cristo Salvatore, a Sanremo;
– all’acquisto di 250 buoni pasto e generi alimentari per la colazione dei cittadini assistiti dalla Casa della Misericordia, a Roma;
– all’acquisto di generi alimentari e materiale sanitario per gli ospiti delle Case di Riposo delle Piccole Suore dei Poveri di Messina;
– all’acquisto di 46 metri di tessuto per traverse, 18 asciugamani per l’igiene personale, 30 confezioni di traverse monouso per gli ospiti della Casa di Riposo delle Piccole Suore dei Poveri di Roma.
In diverse Parrocchie di alcune città italiane è stata celebrata la Santa Messa di suffragio e, in ognuna, è stata presentata al Signore l’invocazione suggerita da Padre Franco Olla, rappresentante in Italia della Chiesa Autocefala Ortodossa del Montenegro:

“O DIO DEGLI SPIRITI E DI OGNI CARNE, CHE HAI CALPESTATO LA MORTE,
HAI ANNIENTATO IL DIAVOLO ED HAI DONATO LA VITA AL MONDO, CONCEDI, O
SIGNORE, ALL’ANIMA DEL TUO SERVO DEFUNTO NIKOLA I, RE DEL MONTENEGRO,
IL RIPOSO IN UN LUOGO LUMINOSO, IN UN LUOGO ERBOSO E DI FRESCHEZZA,
LA’ DOVE NON C’E’ NE’ DOLORE, NE’ LACRIME, NE’ GEMITO.
PERDONAGLI TUTTI I PECCATI COMMESSI CON PAROLE, PENSIERI ED AZIONI, PERCHE’ TU SEI IL DIO BUONO ED AMICO DEGLI UOMINI, E NON C’E’ UOMO CHE VIVA E NON PECCHI.
TU SOLO, INFATTI, SEI SENZA PECCATO, LA TUA GIUSTIZIA E’ ETERNA LA TUA PAROLA E’ VERITA’.
POICHE’ TU SEI LA RISURREZIONE, LA VITA ED IL RIPOSO DEL TUO SERVO DEFUNTO RE NICOLA, O CRISTO NOSTRO DIO, NOI RENDIAMO GLORIA A TE, AL TUO PADRE ETERNO ED AL TUO SANTISSIMO BUONO E VIVIFICANTE SPIRITO, ORA E SEMPRE E NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN”.


Chiesa russa ortodossa Cristo Salvatore di Sanremo

A Sanremo, dove le Auguste salme sono rimaste fino al 1989, la celebrazione (Panikhida) ha visto coinvolta la Comunità della Chiesa (dai Pastori, ai cantori, ai cittadini di rito Ortodosso).
Qui, il consigliere Davico si è fatto carico dell’organizzazione e, come prima attività, ha provveduto alla ripulitura della Cripta, rimasta in stato di abbandono nel lungo periodo della pandemia; ha curato l’addobbo e la registrazione della funzione, che lo stesso Consigliere ha inserito su youtube per portarla all’attenzione di più persone; inoltre, ha seguito i lavori di restauro dei busti e delle targhe.


Chiesa montenegrina ortodossa autocefala di Cagliari

A Cagliari, la funzione è stata celebrata, con rito Ortodosso, da Padre Franco Olla.

A Messina, patrocinata dalla delegazione degli OO. DD. di Casa Savoia e organizzata dal delegato provinciale dell’Istituto Nazionale delle Guardie d’Onore alle reali tombe del Pantheon e del Coordinamento Provinciale dell’Associazione, dott. David Truscello, la funzione commemorativa è stata presieduta da Mons. Merlino e concelebrata dal Cappellano dell’Associazione, don Andrea di Paola. Prima della funzione religiosa, le delegazioni dei partecipanti, hanno reso omaggio alla Regina Elena davanti al monumento a Lei dedicato, in Largo Seggiola.

Ad Artena -RM-, la Santa Messa, organizzata dalla Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, Talone Alberto, è stata celebrata nella chiesa più rappresentativa del Comune “Collegiata di Santa Croce” ed ha visto la partecipazione di molti fedeli.


Convento di Valmontone

A Valmontone -RM-, con il coinvolgimento dell’Assessore alla pubblica istruzione, sig.ra Laura Mujic, di origine montenegrina, la Liturgia è stata celebrata nella “Chiesa di Sant’Angelo” del Convento dei Frati Cappuccini.

A Cervinara -AV-, la commemorazione è avvenuta nella Cappella dell’Istituto Religioso delle Suore del Buono e Perpetuo Soccorso, su richiesta del delegato provinciale dell’Istituto Nazionale delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon e Consigliere dell’Associazione, dott. Augusto Genovese.

A Roma, la liturgica è stata celebrata nella Basilica di San Lorenzo in Lucina dal Rev.do don Nazzareno, con il quale hanno concelebrato i tre sacerdoti della Basilica; ha presenziato Mons. Micheletti, parroco della Basilica e Rettore del Pantheon.
Erano presenti, oltre ad una piccola delegazione di Soci dell’Associazione e Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, il rappresentante Ufficiale Internazionale e Addetto di Anticamera di S.S. e Socio Onorario di Tota Pulchra, il Conte prof. Giuseppe Tedeschi, accompagnato dal Rev. Mons. Jean Marie Gervais, Prefetto dei Coadiutori del Venerabile Capitolo Vaticano, Presidente dell’Associazione Culturale Tota Pulchra e Commendatore dell’Ordine Reale di Danilo I di Montenegro.
Il prof. Tedeschi, oltre al suo saluto, ha trasmesso ai presenti il messaggio del Principe Nicola Petrovich-Njegos, Capo della Casa Reale del Montenegro e pronipote della Regina Elena.
Per la ricorrenza, Mons. Micheletti, al termine della Santa Messa, ha aperto la Cappella delle Anime del Purgatorio e ha invitato i presenti ad entrarvi per un momento di maggiore raccoglimento. Qui la guardia d’Onore Murro ha letto l’invocazione a Dio.
Tutte queste sono state attività concrete, vissute e condivise con senso di responsabilità. Ogni iscritto, a tutt’oggi, si riconosce nello spirito del passato, nei ricordi, nel rispetto dei valori che hanno portato alla fondazione dell’Associazione “Amici del Montenegro” O.n.l.u.s..
Roma, 27 Maggio 2021-05-27
Maria Coculo Satta


Centenario 1921-2021

Nel I° Centenario della morte di re Nicola I Petrović-Njegoš , l’Associazione Amici del Montenegro ha ricordato l’ultimo Re del Montenegro a:
Sanremo, Cripta Memoriale del Montenegro solenne Panikhida officiata da padre Dennis. Il video della celebrazione è visibile su Youtube – Nicola I Petrović Niegoš – Solenne cerimonia della Panikhida nel I° centenario della morte.
Roma, celebrazione Santa Messa presso la cappella umbertina della Basilica di San Lorenzo in Lucina.
Messina, celebrazione Santa Messa presso la chiesa di S. Barbara, all’interno della Base Navale della Marina, Militare, presieduta da Mons. Antonino Merlino.
Cagliari

Nicola I Mirkov Petrović-Njegoš nacque il 19 ottobre 1841, nel piccolo villaggio di Njegusi alle pendici del sacro monte Lovcen. Figlio primogenito del Gran Voivoda Mirko e nipote del principe Danilo I, appartenenti a un’antica stirpe di guerrieri, di origini erzegovinesi, assurta al potere nel XVII secolo grazie a una politica energica e intelligente. Nel 1852 fu iscritto alla scuola serbo- ortodossa di San Spiridon a Trieste e l’anno seguente passò al collegio protestante Tedesco. Terminati gli studi a Trieste il governo francese gli offrì la possibilità di completare la sua istruzione a Parigi presso il prestigioso liceo Louis le Grand.
Erano quelli gli anni scossi dai moti rivoluzionari e dalle rivendicazioni nazionalistiche e come accadde a molti suoi coetanei il giovane principe ne fu travolto, infatti, i grandi ideali del Risorgimento con le sue istanze di libertà non solo ardevano nello spirito degli italiani ma anche in quello dei tanti europei le cui patrie erano ancora dominate dallo straniero. Sentimenti talmente intensi da spingerlo nel 1860, assieme a tre suoi amici, a lasciare segretamente Parigi per recarsi a Torino con l’intento di aderire come volontari alla spedizione dei Mille organizzata da Garibaldi. Per realizzare il progetto strinse un accordo con un commerciante di bestiame fornitore dell’esercito che avrebbe dovuto portarlo in Italia ma il piano fallì e fu rispedito in collegio. Lo zio Danilo I, principe del Montenegro, non avendo figli maschi aveva designato come suo successore il nipote Nicola, che nel 1860 gli succedette divenendo Principe e Gospodar del Montenegro e Berda. Nello stesso anno dell’intronizzazione sposò la bella e affascinante principessa Milena Petrovna Vukotić. La principessa incarnava fisicamente e moralmente l’ideale della donna montenegrina, paladina dei valori tradizionali: religione e famiglia, valori che a sua volta volle inculcare alla prole, dalla felice unione: Zorka, Milica, Stana, Maria, Danilo, Elena, Anna, Mirko, Sofia, Xenia, Vera e Pietro.
Nicola I ereditò un paese con una superficie di 4.400 km2 abitato da circa 125.000 persone, arretrato sotto tutti i punti di vista e isolato, tanto che ancora a metà del XVIII secolo si poteva affermare che… il poterne percorrerne tutte le provincie era una fortuna che non era toccata a molti viaggiatori…, all’epilogo del suo regno lasciò un stato con oltre 220.000 abitanti sparsi su di una superficie di 14,433 km2. I primi anni del principato furono scossi dalla guerra contro l’impero Ottomano da cui il paese ne uscì trionfalmente grazie a una serie di vittorie decisive, che al Congresso di Berlino (1878) gli valsero il riconoscimento dell’indipendenza e un ragguardevole incremento del territorio nazionale.
Il rapporto con popolo era diretto, non subiva la mediazione di una classe nobiliare. A differenza di altri monarchi il principe del Montenegro non viveva in una reggia inaccessibile anzi era uso che il portone della sua residenza fosse aperto e che ricevesse, seduto su di un poltrona sistemata all’entrata, persone in cerca di aiuto o solamente desiderose di porre un saluto. Medesima accoglienza era mostrata ai viaggiatori di passaggio a Cetinje perché per il principe Nicola i principi dell’onestà e dell’ospitalità erano sacri. Illustri uomini politici e pensatori gli riconobbero… un’avvedutezza e quel senso pratico e tutto moderno delle cose… che gli permisero di trasformare il suo paese e destreggiarsi nella complessa rete della politica balcanica. Il suo successo dipese molto anche dal suo aspetto fisico, possedeva quello che si può definire le physique du rôles, corrispondeva fisicamente all’idea che nell’immaginario popolare ha di un re: un uomo alto e imponente. La sua presenza suscitava sempre l’ammirazione generale… Un uomo straordinariamente bello, molto alto e ben fatto. La fronte è ampia e aperta, i capelli e gli occhi quasi neri l’espressione un po’ triste del suo viso meridionale è animata da un sorriso molto dolce e frequente… A quarantacinque anni il suo aspetto era ancora apprezzato un… uomo dalle maniere avvenenti con un’andatura fresca e seducente, i tratti sono accentuati, i capelli spessi e molto neri, gli occhi vivi e penetranti la voce calda e simpatica. Il suo aspetto robusto e atletico era accompagnato… dall’espressione battagliera dello sguardo… temperata da un… sorriso facile… e dalla capacità di saper ascoltare molto e tacere quando era il caso; la sua conversazione in cui… al solito faceva prevalere la cordialità all’etichetta… non era mai banale, colpiva per l’autorevolezza con cui affrontava ogni materia, ed era resa ancora più persuasiva dal modo di parlare… con una voce sonora ma soavemente insinuante, con la calma, la dolcezza, la ponderazione dei suoi discorsi e delle sue conversazioni.
Giuseppe Garibaldi scrisse di Nicola I: “Non so se è maggiore il genio guerriero del Principe o l’eroismo impareggiabile del suo popolo. Ambi sono di grandissimo merito certamente.” George H. Moses, Ambasciatore degli Stati Uniti presso la Corte del Montenegro lo ricordò con queste parole: “Per più di mezzo secolo mantenne l’autorità della dinastia dei Petrovich, raddoppiò due volte l’area e la popolazione del Suo regno, concesse al suo popolo una Costituzione, un Governo e un Parlamento, e rimase infine egli stesso la suprema sorgente d’autorità come in quei giorni non tanto lontani, quando, assiso nella sua sedia sotto l’olmo di fronte al palazzo di Cettigne udiva personalmente e decideva le querele dei suoi sudditi”. In lui si potevano quindi riscontrare due nature quella dell’uomo civilizzato e raffinato dall’educazione e quella del montanaro un pò selvaggia, impetuosa che pativa la rigidità imposta dal protocollo e che spesso si palesava nella libera esternazione dei propri sentimenti.
Un aspetto molto interessante e rivelatore del pensiero di Nicola I è il suo rapporto con religione “… sono sempre stato molto tollerante verso le altre religioni. Avrei potuto pregare Dio allo stesso modo in una chiesa Ortodossa, Romana o Protestante a volte pregherei ancora con più passione in una piccola chiesa di campagna piuttosto che in un magnifico tempio”. Rivolgendosi ai cattolici, residenti a Cetinje, che per celebrare la santa Messa si dovevano riunire nella stanza della casa di un privato cittadino, Nicola I promise che “…siccome non è giusto che voi stiate senza la vostra chiesa, farò in modo che l’anno venturo possiate averla e pregare secondo le leggi della vostra religione”.
Nei suoi oltre sessant’anni di regno re Nicola I seppe quindi conciliare i ruoli antitetici di attento custode delle antiche tradizioni e quello d’innovatore incidendo profondamente sulla vita sociale ed economica del suo popolo, portandolo fuori dal medioevo e meritandosi di essere identificato come il padre del moderno Montenegro
L’ascesa del Montenegro non sarebbe stata possibile senza un’adeguata e dinamica azione diplomatica, la stabilizzazione dei relazioni diplomatici con i paesi stranieri fu opera del sovrano, che deteneva nelle sue mani la gestione della politica estera. La sua azione diplomatica fu agevolata da un’attenta e fortunata politica matrimoniale che imparentò la famiglie reale montenegrina con quelle di mezza Europa: Romanov, Savoia, Battenberg, Karađorđević e Macleburgo-Strelitz.
Nell’Europa a cavallo tra ‘800 e ‘900 l’analfabetismo era una piaga diffusissima e il Montenegro non faceva eccezione. Il sovrano si adoperò con successo per debellare il problema, se nel 1878 le scuole ammontavano a cinquantatré, nel 1882 salirono a settantacinque. Nel 1900 complessivamente il sistema educativo contava 101 scuole con 5.685 alunni cui era data un’istruzione di buon livello, così che nel 1909 il 42% della popolazione maschile e il 4,5% di quella femminile era alfabetizzata. Sul finire del regno, tra il 1914 e il 1915, il sistema scolastico comprendeva 18.195 alunni e 366 insegnanti dislocati in 211 scuole.
Un problema grave che frenava lo sviluppo economico del paese era costituito dall’inadeguatezza dei collegamenti interni e con l’estero. Questo deficit fu progressivamente colmato tra il 1870 e il 1910 con 500 Km di nuove strade, ponti e la costruzione di una ferrovia. Tra il 1869 e il 1871 furono inaugurati il primo ufficio postale e la rete telegrafica (850 Km) con ventiquattro telegrafi. Pure le distanze con il resto d’Europa si accorciarono grazie al contratto stipulato il 30 agosto del 1904 con Guglielmo Marconi che permise di collegare con il radiotelegrafo le città di Bari e Antivari. La capitale Cetinje fu arricchita di nuovi e pregevoli edifici, Antivari fu dotata di un nuovo porto e piccoli villaggi come Danilovgrad e Nikšić divennero vere e proprie città. L’incremento degli scambi commerciali e i cambiamenti sociali posero la necessità di un nuovo Codice Generale dei beni del Montenegro e nel 1905 fu emanata la Costituzione che sanciva parità di diritti per tutti i cittadini e garantiva le libertà fondamentali: di coscienza, associazione, parola, stampa, espressione del pensiero, inviolabilità della dimora e della corrispondenza.
Nicola I però non era solo un uomo attento alle cose pratiche, oltre a volere dare pace e prosperità materiale alla sua gente valorizzò e protesse il patrimonio storico e culturale del Montenegro e come il suo antenato Pietro II fu un prolifico scrittore di poemi epici e lirici, novelle, racconti e drammi.
La potenza dei Petrović raggiunse il suo apice nel 1910 quando Nicola I, che fino a quella data portava i titolo di principe sovrano fu incoronato re del Montenegro. La corona reale per Nicola rappresentava il riconoscimento del suo buon governo e dei risultati raggiunti dal Montenegro, un traguardo che il sovrano volle condividere con il suo popolo… E’con orgoglio e onore che ricevo questi doni, ottenuti dai montenegrini attraverso il loro lavoro e le loro virtù, per il successo e il bene della patria. Alcuni definirono Nicola I un despota benevolo, un padre veneratissimo senza il cui consenso non si decideva nulla, la cui volontà era suprema e assoluta, al punto che il montenegrino per dare peso a una cosa in grado assoluto era solito dire Così pensa il Gospodar! o Così vuole il Gospodar! In Europa rimaneva uno degli ultimi rappresentanti del potere patriarcale, di lui l’ambasciatore americano Holmes scrisse che fu “L’ultimo dei patriarchi, l’unico monarca d’Europa che a mio ricordo personificasse veramente la sua tradizione”.
Con le guerre balcaniche del 1912-1913 Nicola I ottenne un notevole incremento territoriale. In queste precarie condizioni il paese si troverà dopo pochi anni ad affrontare la Prima Guerra Mondiale la dichiarazione di guerra di Vienna alla Serbia trascinò tutte le grandi potenze in campo, Nicola I a fare altrettanto, una decisione che al di là dei proclami ufficiali non fu presa a cuor leggero e su cui in privato espresse il suo stato d’animo: “Dio mi è testimone che non ho voluto la guerra, poiché so quel che si gioca. Il destino si compie. Esso è più forte della volontà dell’uomo”. Nel mese di dicembre del 1915 era chiaro ormai che il paese non avrebbe retto, in breve tempo la situazione precipitò. La caduta nel gennaio del 1916 delle postazioni montenegrine sul monte Lovcen segnò l’inizio della fine e Nicola I nell’estremo tentativo di salvare il paese chiese a Vienna una pace che dovesse essere onorevole e degna. Questo non accade e come era avvenuto in altri paesi sul punto di essere occupati gli rimase la sola possibilità di riparare all’estero. Il 21 gennaio Nicola I, preceduto alcuni prima dal primo ministro, parte del governo e la famiglia reale s’imbarcò per l’Italia, salutando… i suoi soldati con un dolore infinito.
Il sovrano e il governo su stabilirono in Francia, prima nella città di Lione poi a Bordeaux infine a Neuilly-sur-Seine. Al termine della Grande guerra al Montenegro non fu riconosciuto il posto che gli spettava tra i paesi vincitori e le potenze alleate tramarono per realizzare forzosamente l’unione del paese con la Serbia al fine di creare un grande stato slavo. L’Assemblea riunitasi nella città di Podgoriza (26 novembre 1918) decretò la fine del regno e l’unione con la Serbia.
Gli ultimi anni di vita il sovrano li trascorsi con la moglie e le figlie nubili Xenia e Viera nella città di Cap di Antibes, dove morì il 1° marzo del 1921 all’età di settantanove anni, gettando nel dolore tutta la famiglia e i suoi sfortunati montenegrini che sino agli ultimi istanti di vita furono nei suoi pensieri.
Nel suo testamento scrisse: “Desidero essere sepolto temporaneamente in Italia, sino al trionfo della giusta causa montenegrina” e nel rispetto delle sue volontà fu solennemente sepolto nella cripta della chiesa russa ortodossa di Sanremo.
La notizia della sua morte ebbe grande eco e fu commemorato nelle più alte istituzioni. L’On. Enrico De Nicola, che molti anni dopo sarà eletto primo Presidente della Repubblica Italiana, di fronte al parlamento riunito in seduta comune, commemorò il sovrano: “La notizia data del Presidente del consiglio trova eco profondo in quest’assemblea. Da tempo noi seguivamo le angosce fisiche e morali che tormentavano la vita del re del Montenegro, costretto al più forte dolore che possa straziare il cuore di una patriota, cioè quello di vedere la sua patria invasa, la sua patria che egli con il suo personale valore, con le sue poetiche e mistiche invocazioni aveva portato all’indipendenza. Re Nicola, che rappresentò cosi degnamente la sua razza, fu una delle figure più elevate della nostra storia contemporanea. Al popolo montenegrino degno di una sorte migliore, alla famiglia dell’Estinto, che ne rappresenta i destini, alla nostra augusta Regina, che sempre raccoglie intorno a se l’affetto di tutta la Nazione alla quale diede i palpiti dei suoi giovani anni e delle sue virtù vada l’espressione del nostro più amaro rimpianto. Propongo che in segno di lutto venga tolta la seduta”.
Nel 1989 con una solenne cerimonia le spoglie di re Nicola I fecero ritorno in Montenegro e riposano accanto a quelle della consorte nella chiesa della natività della madre di Dio a Cetinje.

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Viaggio in Montenegro

Nella ricorrenza del 30° anniversario della fondazione della nostra Associazione abbiamo la possibilità di ricordare questo evento alla presenza del Principe Emanuele Filiberto di Savoia che, per la prima volta, si reca in Montenegro.

Inoltro l’allegata e-mail perché possiate provvedere alla sua divulgazione e alla comunicazione della Vostra decisione in merito all’adesione.

Il Presidente
Maria Coculo Satta

S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto di Savoia si recherà in visita in Montenegro, terra d’origine di S.M. la Regina Elena, da venerdì 6 a martedì 10 settembre p.v..

La bozza di programma è in allegato.

Chi è interessato al viaggio è pregato di comunicarlo alla segreteria della presidenza dell’Istituto entro il 25 luglio p.v., versando la quota onnicomprensiva di partecipazione (1.500 € per camera doppia, 1.800 € per camera singola) entro il 31 luglio p.v..

IBAN: IT 08 D 07601 03200 000059325001

C.C.P. 59325001

intestati a: Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon .

Seguirà il programma definitivo.

Saranno accolte le prime trenta prenotazioni.

Il Presidente
Ugo d’Atri

 

150° Anniversario

della nascita della regina Elena di Savoia

 

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